Consigli per la prevenzione della Sindrome Emolitico Uremica
Precauzioni generali
• Controllare che anche i bambini piccoli si lavino le mani spesso e correttamente
• Evitare di consumare alimenti a rischio e soprattutto evitare di farli consumare a bambini, donne in gravidanza, anziani e persone immunocompromesse
• Cuocere bene tutti i cibi
• Prestare massima attenzione alla manipolazione degli alimenti a rischio
• Seguire sempre le indicazioni per una corretta conservazione degli alimenti
• Prestare particolare attenzione alle norme igieniche nelle situazioni di contatto con animali da fattoria (soprattutto bovini): lavarsi molto bene le mani e cambiare le scarpe dopo il contatto con il loro ambiente. Assicurarsi che anche i bambini facciano lo stesso.
Clorare adeguatamente l’acqua per la balneazione o per il consumo casalingo, se non proveniente da acquedotto pubblico;
Mantenere la catena del freddo (per gli alimenti freddi) e del caldo (per gli alimenti caldi);
Evitare il consumo di carni rosse nei posti dove non è possibile assicurarsi che siano stati manipolati correttamente;
Evitare le contaminazioni incrociate degli alimenti a rischio con quelli che non lo sono;
Evitare di consumare i latticini se sorge il dubbio che non siano stati conservati nella catena del freddo;
Le feci dei pazienti ammalati devono essere manipolate con cura;
1. Alimenti a rischio
- Latte crudo e suoi derivati.
Con il termine latte crudo si definisce un latte che non ha subito trattamenti termici come la bollitura o la pastorizzazione, in grado di eliminare eventuali microrganismi patogeni presenti tra i quali l'Escherichia coli produttore di Shiga tossine.
Il latte crudo pertanto va consumato esclusivamente solo dopo la bollitura.
Formaggi a latte crudo (non pastorizzato)
I formaggi prodotti con latte crudo non pastorizzato non stagionati rappresentano un altro alimento a rischio, il cui consumo nei bambini fino all'adolescenza, donne in gravidanza, anziani e persone immunodepresse è fortemente sconsigliato.
Per fare maggiore chiarezza, occorre innanzitutto distinguere meglio tra varie tipologie di formaggi a base di latte crudo, con profili di rischio differenti
- Formaggi a pasta cruda (la cui cagliata, detta anche «pasta» non viene sottoposta a nessun tipo di trattamento termico) e formaggi a pasta semi-cotta (la cui cagliata viene riscaldata, ma a temperature inferiori ai 48°C) non stagionati: sono quelli che presentano il profilo di rischio più alto;
- Formaggi a pasta cruda o a pasta semicotta stagionati: presentano comunque un profilo di rischio elevato, dal momento che non è ancora certo in quanti mesi di stagionatura l’eventuale carica virale presente si abbatta;
- Formaggi a pasta cotta (la cui cagliata viene riscaldata a temperature superiori a 48°C), soprattutto se a lunga stagionatura, come Parmigiano Reggiano o Grana Padano: non rappresentano un rischio.
I sintomi da infezione provocate dal consumo di latte crudo o formaggi a latte crudo (capra, pecora, bufala e vacca) sono la diarrea, nausea e vomito, febbre, mal di testa e dolori addominali, se sospettate che i vostri familiari possano aver contratto tale infezione (soprattutto i bambini) vi consigliamo di rivolgervi al medico o al pronto soccorso. -
Carni rosse non perfettamente cotte (il cui centro si presenta ancora di colore rosato)
Particolare attenzione meritano gli hamburger, la carne trita e le altre preparazioni a base di carne bovina macinata poiché in essa, se presente, il batterio può sopravvivere anche alla cottura. -
Interiora di manzo e/o vitello.
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Alimenti cotti che sono stati a contatto con alimenti crudi.
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Alimenti cucinati che hanno perso la catena del freddo.
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Succhi non pastorizzati (poco frequenti nel nostro paese).
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Acqua non proveniente da acquedotto pubblico
E’ importante clorare adeguatamente l’acqua per la balneazione o per il consumo casalingo, se non proveniente da acquedotto pubblico.
Particolare attenzione dev’essere posta anche alle piscinette per bambini a casa e al mare, in cui l’acqua dev’essere sempre fresca e pulita. -
Verdura e frutta non lavata (o della cui igiene non si è certi).
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Evitare inoltre di far consumare ai bambini l’impasto crudo di biscotti e torte prima della cottura.
2. Alimenti sicuri
- Pollo, maiale, agnello, pesce ( ben cotti).
- Prodotti derivati dal latte, sterilizzati (dessert, budini, latte, creme a lunga conservazione).
3. Metodi di cottura
- Cuocere sempre bene tutti i cibi. La temperatura alla quale si disattivano i batteri “Escherichia Coli” è di circa 70°.
- Evitare di consumare carne poco cotta o al sangue e soprattutto evitare di farla consumare a bambini, anziani, donne incinta e soggetti fragili.
- Assicurarsi sempre che la carne non sia grassa, o che sia sempre ben cotta anche in centro, e che la cottura sia stata eseguita ad oltre 70°, per un tempo sufficientemente lungo.
- La carne trita è da considerarsi ben cotta quando il siero che viene liberato durante la cottura sia divenuto trasparente.
- Tenere conto che le carni congelate devono avere un tempo di cottura superiore a quello abituale.
- Non cucinare la carne di vitello – manzo insieme agli altri alimenti a rischio.
- È consigliato bollire il latte pastorizzato, mentre quelli a lunga conservazione possono essere consumati direttamente.
- Quando si fa una grigliata, predisporre una parte della bistecchiera per i bambini, dove si può cucinare la carne in maniera adeguata.
4. Manipolazione degli alimenti
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Lavarsi sempre le mani con acqua calda e sapone prima di manipolare gli alimenti e dopo essere stati in bagno.
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Lavarsi sempre le mani subito dopo aver manipolato gli alimenti, specialmente la carne.
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Non usare gli stessi utensili utilizzati con le carni crude anche per altri alimenti.
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Non manipolare insieme gli alimenti che sono a rischio più alto, come la carne vaccina, con gli alimenti a minimo rischio, come pollo e verdure.
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Lavare sempre la frutta e le verdure molto accuratamente, con abbondante acqua corrente.
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Evitare di manipolare alimenti e cucinare se si è malati (soprattutto se si ha mal di pancia) Rispettare la “catena del freddo” sia delle carni, che dei latticini.
5. Conservazione degli alimenti
- Rispettare la “catena del freddo” sia delle carni, che dei latticini.
- Quando si fa la spesa, acquistare carni e latticini per ultimi, in modo da ridurre il tempo in cui restano fuori dai frigo.
- Quando possibile e soprattutto d’estate, porre carni e latticini in contenitori refrigeranti.
- Riporre nel più breve tempo possibile gli alimenti freschi in frigorifero.
- Se l’alimento rimane per più di 2 ore a temperatura inadeguata, deve essere considerato contaminato.
- Seguire sempre le indicazioni per la conservazione degli alimenti riportate in etichetta.
- Il cibo freddo deve essere conservato a meno di 4° e il caldo a più di 60° à è corretto? Cosa significa? È una sorta di catena del caldo?
- Nel frigorifero: evitare di mettere le carni nei ripiani superiori, onde evitare che le sostanze liquide in esse contenute possano colare sugli altri alimenti.
- Non conservare gli alimenti crudi insieme a quelli già cotti e cucinati.
- Conservare le carni in sacchetti di plastica ben chiusi, classificando le carni di vitello, pollo e maiale.
- Alimenti surgelati: se durante il trasporto un alimento surgelato si scongela, non congelarlo nuovamente, ma conservarlo in frigorifero e cucinarlo quanto prima.
- Non scongelare mai gli alimenti surgelati mettendoli a temperatura ambiente: lo scongelamento dei cibi deve essere fatto in frigorifero o nel microonde oppure, per affrettare lo scongelamento, sotto l’acqua fredda corrente, con la precauzione di cucinarli o riporli subito in frigo una volta scongelati.
- Una volta cucinati, consumare gli alimenti il più presto possibile.
- Non si deve attendere che gli alimenti si raffreddino per metterli nel frigorifero, e prima di consumarli riportarli a temperatura di almeno 70°.
- Ricordarsi di mantenere la “catena del freddo” degli alimenti anche quando puliamo o scongeliamo il frigorifero.
- Evitare di mettere le carni nei ripiani superiori del frigorifero, onde evitare che le sostanze liquide in esse contenute colino sugli altri alimenti.
6. Igiene della cucina
- Lavare subito con acqua e candeggina i taglieri, i coltelli, i tritacarne … che sono stati a contatto con la carne cruda;
- Lavare le stoviglie che sono state a contatto con gli alimenti con acqua calda e sapone (ad almeno 44° per lavaggio manuale, 60° per lavaggio in lavastoviglie);
- Lavare accuratamente le spugne e gli strofinacci usati in cucina.
